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Bergson

Henri Bergson nasce a Parigi nel 1859. Si laureò in filosofia e matematica e dopo l’esperienza come professore in un liceo cominciò ad insegnare filosofia College de France di Parigi. La notorietà del filosofo riesce ad imporsi anche fuori dagli ambienti accademici e le sue lezioni vennero spesso seguite da un vasto pubblico. Nel 1928, ricevette il Nobel per la letteratura. Morirà nel 1941 a Parigi, mentre la città era occupata dalle truppe naziste, di cui egli conobbe la crudeltà delle leggi razziali, a causa delle sue origini ebraiche. La filosofia di Bergson si pose come reazione al positivismo, in cui il filosofo si domanda quale sia la specialità della filosofia e quale poto rivestano le scelte e i valori dell’uomo. Rifiuta l’idea che l’unica forma di conoscenza della realtà sia quella scientifica e per tale motivo, viene considerato il maggiore rappresentante dello spiritualismo francese, corrente filosofica che: invita a concentrarsi sulla interiorità degli individui ric
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Freud

Sigmund Freud, il padre della psicoanalisi, nacque a Freiberg, in Repubblica Ceca, nel 1856. All’età di quattro anni si trasferì a Vienna con la famiglia. Si laureò in medicina, focalizzando i propri studi sulla psichiatria. Divenne il collaboratore del medico Josef Breuer, il quale aveva notato come l’ipnosi permettesse al paziente di ricordare degli eventi spiacevoli dimenticati, riuscendo nel neutralizzare l’emotività negativa nel presente connessa all’avvenimento. Freud arrivò alla conclusione che alla base dei sintomi nevrotici c’era un conflitto tra forze inconsce. Da tale scoperta nacque la psicoanalisi, lo studio della mente, dell’inconscio. Le sue teorie non ebbero immediato successo ma, ciononostante, fu fondata nel 1910 la “Società internazionale di psicoanalisti” a Norimberga. Nel 1939, costretto dall’avvento del nazismo a trasferirsi a Londra, morirà a causa del dolore dato un grave tumore alla gola, causato dall’abuso di sigari, il quale lo portò a una morte assistita

Nietzsche

Friedrich William Nietzsche nacque a Rocken, vicino Lipsia, nel 1844, figlio di un pastore prestante. Nietzsche fu, sin da giovane, un ragazzo acuto e grandi capacità intellettive.  A 24 anni divenne professore di lingua e letteratura greca all’università svizzera di Basilea ma a causa della sua salute, abbandonò la sua cattedra. Quasi quarantenne, si innamorò di una giovane russa, Lou Salome, che il filosofo aveva individuato come sua compagnia di vita. Tuttavia, la donna rifiutò di sposarlo, lasciando Nietzsche in una depressione sempre più grave. Pubblicò a sue spese i suoi ultimi lavori e venne accompagnato da un amico in una clinica in Svizzera per malattie nervose, di cui soffriva. Trascorse gli ultimi anni della sua vita con la sorella, immerso nella totale follia. Morì a Weimar nel 1900. Il complesso pensiero di Nietzsche può essere raggruppato in quattro fasi: la fase giovanile, dove domina l’interesse e l’ammirazione per il filosofo Schopenhauer e il musicista Wagner

Kierkeegard

Soresen Kierkegaard nasce a Copenhagen, in Danimarca, nel 1815. Condusse una vita priva di eventi particolari, poiché raramente si allontano dalla propria città natale e dopo l morte del padre, la sua eredità gli permise di dedicarsi unicamente ai suoi studi. La figura del padre centrale nella sua formazione, verrà infatti da lui educato ad una rigida osservanza della religione, il luteranesimo. Sarà difatti il forte senso del peccato trasmesso dalla religione a spingere il giovane filosofo ad iscriversi alla facoltà di teleologia, per diventare pastore. Tuttavia, Kierkegaard non diventerà mai pastore. La vita del filosofo appare segnata da un’incapacità di decidere tra le alternative che si presentarono nella sua vita, che lo porterà ad identificarsi come un  “contemplativo” che osserva con distacco la vita, più che viverla. Il pensiero di Kierkeegard è profondamente influenzato nella cultura della Danimarca dell’epoca, tuttavia, le elaborazioni del filosofo si porranno in contras

Schopenhauer

Arthur Schopenhauer nacque a Danzica, in Polonia, nel 1788, figlio di un banchiere e di una nota scrittrice di romanzi. L’amore per la letteratura della madre ebbe la meglio sulle pressioni del padre affinché egli proseguisse la strada da lui segnata, così egli proseguì gli studi di filosofia fino al divenire docente. Il suicidio del padre e il contraddittorio rapporto con la figura materna segnarono profondamente il pensiero di Schopenhauer, riscontrabile nella sua opera più famosa, “Il mondo come volontà e rappresentazione”. La prima edizione del suo lavoro non riscosse inizialmente alcun successo, il cui motivo principale risiedeva nell’avversione di Schopenhauer per la filosofia idealistica . Egli rivendica la libertà e l’autonomia della filosofia, sfidando apertamente il successo di Hegel, tuttavia senza mai riuscire ad intaccarla. Morì a Francoforte nel 1860, lasciando ai posteri un’eredità complessa. Il pensiero di Schopenhauer venne influenzato da: Platone e la sua teoria

Marx

Il pensiero di Marx, alla base della sua teoria e della sua adesione al comunismo, nasce da una critica radicale della società e dello Stato moderno.  Nel mondo in cui egli vive, l’uomo è costretto a vivere due vite, a dividersi tra i propri interessi privati e quelli comuni. La civiltà moderna stessa è caratterizzata da individualismo e l’atomismo, dove il singolo è separato ed escluso dalla comunità. Poiché è lo Stato a legalizzare tali caratteri, riconoscendo diritti quali il liberalismo o la proprietà privata, esso è la proiezione politica di una società strutturalmente asociale.  Marx, in tal senso, ritiene che l’unico modo di realizzare una comunità solidale sia l’eliminazione delle disuguaglianze reali tra gli uomini, e in particolare, il principio stesso di ogni disuguaglianza, ovvero la proprietà privata dei mezzi di produzione. Sarà proprio la classe priva di ogni proprietà, il proletariato, ad essere destinata ad eseguire la condanna storica della civiltà egoistica, realizza

Feuerbach

Ludwig Feuerbach fu un filosofo tedesco, allievo di Hegel, anche se successivamente ne ripudierà l’idealismo filosofico. Fu uno dei maggiori esponenti della sinistra hegeliana, la quale, nonostante cercasse di distruggere il sistema hegeliano, lo prendeva come punto di partenza per la riflessione. Per gli esponenti di questo questo movimento, bisognava porre come principio necessario tutto ciò che è reale e non ciò che è ideale. Il filosofo espresse il suo pensiero principalmente in due opere, L’essenza del Cristianesimo, e L’essenza della religione, da cui ha inizio la critica alla filosofia di Hegel. Quest’ultima viene infatti definita da Feuerbach come una teologia mascherata, poiché riduce l’uomo a un mero attributo dell’infinito, Dio, ed egli è dunque dedotto dal principio primo che è Dio. La filosofia, per Feuerbach, deve invece avere inizio dal finito, dal reale, per comprendere che cosa sia l’uomo, ed egli è oggetto e fine della ricerca.  Proprio al fine di comprendere che cosa